Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La diffamazione non sussiste quando le dichiarazioni, pur riferendosi a fatti lesivi della reputazione altrui, siano state rese in un contesto istituzionale e con finalità non offensiva, ma di rappresentazione di una situazione familiare rilevante ai fini di una valutazione giudiziale sull'idoneità genitoriale e sull'ambiente di vita dei minori. In tali casi, il giudice deve valutare la condotta complessivamente, tenendo conto del contesto in cui le dichiarazioni sono state rese, della loro finalità e del loro tenore, al fine di escludere la sussistenza del reato di diffamazione qualora le espressioni utilizzate, pur riferendosi a fatti potenzialmente lesivi della reputazione, non abbiano concretamente determinato una lesione dell'onore e della reputazione delle persone offese. L'assoluzione deve essere pronunciata con la formula "perché il fatto non sussiste" quando l'accertamento giudiziale escluda la sussistenza di qualsiasi lesione alla reputazione, senza necessità di indagare sull'esistenza di cause di giustificazione.