Il diritto all'assegnazione di un alloggio pubblico da parte del dipendente pubblico, in particolare del militare, deve essere bilanciato con le esigenze organizzative e logistiche dell'amministrazione, tenendo conto della peculiare condizione personale e familiare del richiedente. L'amministrazione, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, deve assegnare l'alloggio in modo da soddisfare, per quanto possibile, le legittime aspettative del dipendente, garantendo un'adeguata sistemazione abitativa che consenta il sereno svolgimento dei doveri familiari e lavorativi. Tuttavia, il dipendente non può vantare un diritto assoluto all'assegnazione dell'alloggio di sua preferenza, dovendo l'amministrazione valutare complessivamente le esigenze di tutti i richiedenti e operare un bilanciamento tra i diversi interessi in gioco. In caso di contestazione dell'assegnazione, il giudice amministrativo è chiamato a verificare la ragionevolezza e proporzionalità della decisione dell'amministrazione, senza sostituirsi alle sue valutazioni discrezionali, salvo che queste non risultino manifestamente irragionevoli o sproporzionate.