Il pericolo concreto e attuale di reiterazione di condotte criminose, in particolare di sequestro di persona, costituisce un'esigenza cautelare idonea a giustificare il mantenimento della misura della custodia cautelare in carcere, anche in assenza di un pericolo di inquinamento probatorio, quando ricorrono plurimi e gravi episodi di violenza e limitazione della libertà personale della vittima, caratterizzati da modalità particolarmente abusive e prevaricatrici, che denotano una pericolosità sociale dell'indagato, aggravata da precedenti penali per reati contro la persona e da una condotta violenta tenuta anche in ambito carcerario. In tali casi, il giudice è tenuto a valutare l'inidoneità di misure cautelari meno afflittive, come gli arresti domiciliari, a fronte dell'indisponibilità da parte dell'indagato di un'idonea abitazione ove poter essere sottoposto a tale misura. La motivazione del provvedimento cautelare deve dare conto in modo esaustivo e logico della sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, senza che sia necessario un esplicito riferimento all'esigenza cautelare del pericolo di inquinamento probatorio, qualora l'esigenza di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p. risulti adeguatamente comprovata.