Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe online, con il ruolo di promotore ed organizzatore, è configurabile quando risulta provata l'esistenza di un vincolo associativo tra più soggetti, i quali, in maniera consapevole e volontaria, si siano accordati per la realizzazione di una serie indefinita di truffe, ponendo in vendita su diverse piattaforme online beni di cui non avevano la materiale disponibilità, così inducendo in errore gli ignari acquirenti che corrispondevano il prezzo pattuito senza ricevere quanto promesso. Tale responsabilità può essere accertata sulla base di elementi probatori quali le risultanze delle intercettazioni telefoniche, che dimostrino il costante contatto diretto tra l'imputato e il vertice del sodalizio nella gestione delle truffe e dei rapporti con gli altri associati, nonché le dichiarazioni testimoniali. L'inutilizzabilità delle intercettazioni non opera quando le stesse risultino connesse, ai sensi dell'art. 12 c.p.p., ai reati per i quali l'autorizzazione era stata originariamente disposta. La valutazione del risultato probatorio e la determinazione della pena, effettuate in modo logico e congruente, sono insindacabili in sede di legittimità, salvo vizi logici o errori di diritto. La prescrizione del reato non è integrata quando il termine risulti sospeso per impedimento del difensore e per effetto di disposizioni normative eccezionali.