Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26032 del 30 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:26032PEN

Massima

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Il reato di contraffazione di sigillo della Repubblica Italiana, di cui all'art. 468 c.p., si configura ogni qualvolta l'impronta venga apposta mediante uno strumento destinato ad una facile riproduzione, a prescindere dalla valutazione di elementi a favore dell'imputato, essendo sufficiente l'accertamento oggettivo della condotta illecita. Tale reato si prescrive in quindici anni, con interruzione del termine, senza che possa essere dichiarata l'estinzione per prescrizione ove il termine non sia ancora maturato. La motivazione della sentenza di condanna, che abbia chiarito la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, non è censurabile sotto il profilo della legittimità, non essendo necessario un esame analitico di tutti gli elementi dedotti dalla difesa, ove gli stessi non siano stati specificamente indicati e risultino manifestamente infondati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. MARINI Pier Francesco - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CI. AN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/01/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

Ci. An. e&…

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