Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15534 del 18 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15534PEN

Massima

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Il falso materiale, anche se inidoneo a trarre in inganno il destinatario, integra il reato di falsità documentale, in quanto la tutela penale della pubblica fede riguarda la provenienza e la genuinità dell'atto, a prescindere dalla sua efficacia ingannatoria. Pertanto, il dolo del reato di falsità documentale sussiste anche quando l'agente non sia pienamente consapevole dell'uso che i destinatari ignoti faranno dell'atto falsificato, essendo sufficiente la previsione e l'accettazione del rischio che l'atto possa essere impiegato per fini illeciti. Inoltre, il reato di falsità in sigilli pubblici è assorbito nel reato di falsità materiale, non rilevando la distinzione tra contraffazione e uso del sigillo falso ai fini della responsabilità penale. Infine, la valutazione della pena, fondata su indici oggettivi e soggettivi, è insindacabile in sede di legittimità, salvo manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GH. GI. N. IL (OMESSO);

2) MA. NI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 195/2009 CORTE APPELLO di TRENTO, del 19/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA Mario;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. RIELLO Luigi che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore …

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