Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32021 del 22 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:32021PEN

Massima

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Il giudice può disporre la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dell'indagato, in presenza di gravi indizi di colpevolezza e di concreti e specifici elementi che rendano ragionevolmente probabile il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede, senza che sia necessaria un'analitica dimostrazione dell'inidoneità di altre misure meno afflittive, essendo sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici tratti dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati nonché dalla personalità dell'indagato, gli elementi che inducono a ritenere la custodia in carcere come la misura più adeguata al fine di impedire la prosecuzione dell'attività criminosa. In particolare, il pericolo di reiterazione del reato può essere desunto dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati contestati, dalla personalità dell'indagato, dalla sua condotta precedente e successiva al fatto, nonché dalla sua capacità di delinquere, desumibile anche dalla sua condizione economica e sociale, in modo da escludere che misure meno afflittive possano essere idonee a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato. Pertanto, il giudice può ritenere adeguata la misura della custodia cautelare in carcere quando, sulla base di elementi concreti e specifici, emerga che l'indagato viva esclusivamente dei proventi di attività criminose e che gli arresti domiciliari non sarebbero sufficienti a impedirgli di reiterare le condotte delittuose, contattando altre persone.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO P. - rel. Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Ancona del 10/04/2015;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Piercamillo Davigo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 21/3/2014 il Tribunale di An…

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