Cassazione penale Sez. V sentenza n. 154 del 7 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:154PEN

Massima

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Il reato associativo e i reati fine possono essere ritenuti in continuazione solo quando vi sia la prova specifica che questi ultimi siano stati programmati nelle loro linee essenziali fin dalla costituzione del sodalizio criminoso. Non è sufficiente il mero rapporto di strumentalità dei reati fine rispetto alla funzionalità dell'associazione, essendo necessario che essi siano stati concepiti ab origine come realizzazione degli obiettivi e del programma criminale del gruppo. Pertanto, la continuazione non può essere riconosciuta quando i reati fine, pur rientrando nell'ambito delle attività del sodalizio e finalizzati al suo rafforzamento, siano legati a circostanze contingenti e occasionali, non programmabili al momento della costituzione dell'associazione. Analogamente, la continuazione non può essere affermata quando i diversi reati, pur essendo espressione della medesima scelta delinquenziale di vita dell'imputato, non presentino un collegamento tra loro e con gli episodi di violenza, configurandosi piuttosto come condotte autonomamente valutate e maturate dal gruppo criminale. Infine, l'identità del fatto, ai fini del divieto di bis in idem, sussiste solo quando vi sia corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, considerato in tutti i suoi elementi costitutivi e con riguardo alle circostanze di luogo, di tempo e di persona, non essendo sufficiente la mera coincidenza di alcuni elementi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 53/2013 CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI, del 03/06/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) propone ricorso per cassazione contro l'ordinanza del 3 giugno 2014 con la quale la Corte di assise di appello di Napoli ha rigettato l'istanza di applicazione della disciplina del r…

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