Il soggetto condannato per uno dei reati indicati nell'art. 12-sexies della L. n. 356 del 1992 (ora art. 240-bis c.p.) può superare la presunzione di illecito arricchimento dimostrando la proporzione tra le risorse finanziarie di cui dispone e i redditi regolarmente dichiarati, derivanti da fonti lecite e tracciabili, come lasciti ereditari, vincite di gioco o attività lavorative. In tali casi, il giudice ha l'obbligo di prendere in considerazione tutta la documentazione prodotta dalla difesa e di fornire adeguata motivazione circa le giustificazioni fornite dall'interessato, volte a dimostrare la legittima provenienza dei beni. Pertanto, il giudice non può ritenere automaticamente illecita la provenienza delle risorse finanziarie in possesso del soggetto condannato, ma deve valutare attentamente le spiegazioni e le prove fornite dalla difesa, motivando in modo esaustivo le proprie conclusioni. Solo in assenza di una prova sufficiente della legittima provenienza dei beni, il giudice può disporne la confisca ai sensi dell'art. 12-sexies della L. n. 356 del 1992 (ora art. 240-bis c.p.).