Cassazione civile Sez. VI ordinanza n. 24984 del 25 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24984CIV

Massima

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Il giudice, nell'esercizio del proprio potere di correzione degli errori materiali contenuti nelle proprie sentenze, è tenuto a rettificare l'intestazione del provvedimento laddove risulti un'errata indicazione del nome della parte ricorrente, in quanto tale elemento, pur non incidendo sul merito della decisione, costituisce un dato essenziale dell'atto giurisdizionale che deve essere correttamente riportato. La correzione dell'errore materiale nell'intestazione della sentenza, senza alcuna modifica del dispositivo e della motivazione, rappresenta un intervento doveroso del giudice al fine di assicurare la piena corrispondenza tra il contenuto del provvedimento e la reale identità delle parti del giudizio, in ossequio ai principi di chiarezza, precisione e certezza degli atti processuali. Tale potere di correzione, esercitabile anche d'ufficio, non richiede il contraddittorio delle parti, essendo finalizzato esclusivamente a eliminare meri errori materiali e a ripristinare la corretta rappresentazione formale degli elementi essenziali della sentenza, senza incidere sulla sostanza della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 2

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano - rel. Presidente

Dott. MANNA Felice - Consigliere

Dott. GIUSTI Alberto - Consigliere

Dott. FALASCHI Milena - Consigliere

Dott. SCALISI Antonino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso per correzione di errore materiale proposto da:

(OMISSIS) ((OMISSIS)), rappresentata e difesa dall'Avvocato (OMISSIS) per procura in calce al ricorso iscritto al R.G. n. 10407 del 2012, presso lo studio del quale in (OMISSIS), e' elettivamente domiciliata;

- ricorrente -

e

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, in persona del Ministro pro tempore;

- intimato -

per la correzione di errore materiale nella sentenza della Corte di cassazione n. 23461 del 201…

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