Il rilascio di una concessione edilizia per il restauro e il risanamento conservativo di un edificio vincolato sotto il profilo storico-artistico è legittimo qualora: 1. La concessione preveda espressamente che la demolizione di una scala esterna, insistente su un tratto di area comune, sia subordinata al previo raggiungimento di un accordo con gli altri comproprietari, senza determinare quindi alcuna lesione del diritto di comproprietà. L'amministrazione è tenuta a pronunciarsi sul progetto edilizio presentato, il quale subordina la demolizione della scala all'accordo con i comproprietari, senza che ciò comporti carenza di legittimazione del richiedente il titolo abilitativo. 2. La sopraelevazione autorizzata per ripristinare l'originaria altezza della copertura dell'edificio sia stata previamente assentita dalla Soprintendenza per i beni culturali, sulla base di una ricostruzione filologica operata in sede progettuale conforme alla normativa urbanistica vigente in materia di restauro. 3. L'apertura di una finestra nell'edificio vincolato, pur essendo soggetta al controllo della Soprintendenza in sede di comunicazione di inizio e fine lavori, non determini, allo stato, la violazione del vincolo storico-artistico, in assenza di elementi che dimostrino la non conformità del progetto alle prescrizioni imposte dall'organo tutorio. 4. L'apertura esistente nell'edificio, che i ricorrenti qualificano come "finestra", non integri i requisiti previsti dall'art. 900 c.c. per la configurazione di una veduta, in quanto non consente l'affaccio e la visuale globale sul fondo altrui, risultando di fatto ostruita da una fitta travatura in legno.