Il giudicato formatosi prima della pronuncia della Corte costituzionale n. 139 del 2015, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 517 c.p.p. nella parte in cui non prevedeva la facoltà dell'imputato di richiedere il giudizio abbreviato a seguito di una nuova contestazione, determina l'esaurimento del rapporto processuale e l'insensibilità della pena inflitta agli effetti della citata pronuncia. Ciò in quanto il principio di tempus regit actum impone l'applicazione della nuova disciplina processuale solo per gli atti da compiere successivamente alla decisione della Corte costituzionale, mentre le situazioni giuridiche esaurite, come il giudicato, non possono essere rimesse in discussione. Pertanto, il giudice dell'esecuzione non può rideterminare la pena in applicazione del rito abbreviato, essendo preclusa la possibilità di rimettere in discussione il giudicato formatosi anteriormente alla pronuncia di incostituzionalità.