La Corte di Cassazione, nell'esaminare il ricorso del Pubblico Ministero avverso l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Napoli, afferma che: 1. In tema di misure cautelari personali, il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato all'esame del contenuto dell'atto impugnato e alla verifica dell'adeguatezza e congruenza del tessuto argomentativo riguardante la valutazione degli elementi indizianti, senza poter integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa valutazione delle risultanze delle indagini. 2. Per la configurabilità dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è necessario un giudizio prognostico di "elevata probabilità di colpevolezza", fondato su elementi indiziari che, pur non raggiungendo il livello della prova, consentano di prevedere che, attraverso la futura acquisizione di ulteriori elementi, saranno idonei a dimostrare la responsabilità dell'indagato. 3. In tema di misure cautelari reali, il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della violazione di legge, senza poter sindacare l'illogicità manifesta della motivazione. 4. La normativa in materia di indicazione dell'origine o provenienza dei prodotti alimentari trasformati, contenuta nella Legge n. 4 del 2011, si applica ai soli prodotti recanti marchi DOP o IGP, mentre per gli altri prodotti agroalimentari "generici" deve farsi riferimento ai criteri dettati dal codice doganale europeo. 5. Il sequestro preventivo di cosa pertinente al reato è consentito solo se il pericolo della libera disponibilità della cosa presenta i requisiti della concretezza e attualità, e le conseguenze del reato hanno connotazione di antigiuridicità e sono in rapporto di stretta connessione con la condotta penalmente illecita.