Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18456 del 3 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18456PEN

Massima

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Il reato di frode nelle pubbliche forniture di cui all'art. 356 c.p. non richiede la condotta di artifici o raggiri propria del reato di truffa, né un evento di danno per la parte offesa coincidente con il profitto dell'agente, essendo sufficiente la dolosa inesecuzione del contratto pubblico di fornitura di cose o servizi. La difformità della cosa fornita rispetto a quella pattuita, anche se non integra l'aliud pro alio in senso civilistico, è comunque idonea a integrare il reato di frode in pubbliche forniture, in quanto lede il buon funzionamento dei pubblici uffici o servizi tutelato dalla norma. Ai fini della sussistenza del dolo in tale reato, è necessaria e sufficiente la cosciente volontà di consegnare cose diverse da quelle pattuite. In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca ex art. 321 comma 2 c.p.p., il requisito richiesto è la sola confiscabilità del bene, ossia la condizione che si tratti di cose di cui è consentita la confisca a norma del codice penale o delle leggi speciali, senza che sia necessaria una prognosi relativa al pericolo di commissione di reati. Pertanto, il giudice deve verificare che i beni rientrino nelle categorie delle cose oggettivamente suscettibili di confisca, secondo la disciplina sostanziale del diritto penale, tanto nei casi di confisca facoltativa quanto in quelli di confisca obbligatoria. Costituiscono profitto del reato anche gli impieghi redditizi del denaro di provenienza delittuosa e i beni in cui questo è trasformato, poiché tali attività non possono impedire l'ablazione di ciò che rappresenta l'obiettivo del reato commesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 20/04/2015 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO COSTANZO;
lette le conclusioni del Procuratore generale per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Reggio Calabria, con ordinanza emessa il 20 aprile 2015 nel procedimento n. 65-R/15 R.T.L., rigettando la richiesta di riesame (OMISSIS), ha confermato il decreto di sequestro conservativo di conto corrente, di somma di accr…

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