Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6666 del 18 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:6666PEN

Massima

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Il dolo nel delitto di calunnia si desume dalle concrete circostanze e modalità della condotta, che devono evidenziare la cosciente volontà dell'agente di attribuire falsamente un fatto determinato a una persona innocente. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento soggettivo, deve esaminare puntualmente le risultanze istruttorie, senza limitarsi ad enunciazioni apodittiche o a considerazioni di mero buon senso, ma dimostrando, con adeguata motivazione, l'insostenibilità sul piano logico e giuridico degli argomenti posti a fondamento della pronuncia riformata. L'accertamento del dolo nella calunnia si immedesima con la valutazione delle circostanze concrete che evidenziano la rappresentazione, da parte dell'agente, dell'innocenza dell'incolpato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. AGRO' Antonio S. - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pi. Gi. , nato a (OMESSO), parte civile;

avverso sentenza della Corte di Appello di Brescia resa in data 23 giugno 2009, nei confronti di:

P. F. P. ;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dott. FAZIO ((omissis));

udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del sostituto Dott. IACOVIELLO Francesco che h…

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