Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'approvazione di un Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP) da parte del Comune, afferma che: 1. La legge urbanistica fondamentale (T.U. n. 380/2001) prescrive che ciascun comune deve essere dotato di uno strumento di pianificazione generale, esteso alla totalità del territorio comunale, che preveda per ciascuna area una destinazione di zona omogenea e la relativa disciplina edilizia. 2. In assenza di norme urbanistiche attuative e di dettaglio, si configura una "zona bianca", soggetta alle rigide prescrizioni edilizie di cui all'art. 9 del D.P.R. n. 380/2001, al fine di introdurre uno strumento di salvaguardia laddove non sia desumibile la volontà degli organi pubblici di orientare e governare l'interesse pubblico alla razionale gestione del territorio. 3. Nelle zone bianche, a seguito della decadenza dei vincoli espropriativi, l'Amministrazione è tenuta a ridisciplinare l'area rimasta priva di normazione urbanistica, rimuovendo i gravosi standard di sostanziale inedificabilità. 4. Il PIP, comportando dichiarazione di pubblica utilità, non può essere adottato e approvato in assenza del presupposto del vincolo preordinato all'esproprio, il quale, una volta decaduto, non può essere automaticamente reiterato senza un nuovo procedimento. 5. Pertanto, il PIP adottato ed approvato in contrasto con il vigente P.R.G. e in assenza del vincolo preordinato all'esproprio deve essere annullato.