Tribunale Amministrativo Regionale Abruzzo - L'Aquila sentenza n. 515 del 2010

ECLI:IT:TARAQ:2010:515SENT

Massima

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Il Comune ha l'obbligo di provvedere alla nuova destinazione urbanistica di un'area rimasta priva di normazione a seguito della decadenza dei vincoli espropriativi previsti dal piano regolatore generale, entro i termini perentori stabiliti dalla legge regionale, indipendentemente dall'adozione di atti di pianificazione generale. Decorso inutilmente il termine di 45 giorni dalla diffida del proprietario per l'avvio del procedimento di riclassificazione, il proprietario può agire in giudizio per ottenere l'adempimento dell'obbligo, con la possibilità di richiedere la nomina di un commissario ad acta in caso di persistente inerzia del Comune, senza che tale nomina possa essere anticipata in via preventiva. Il Comune è tenuto a dare riscontro individuale a ciascun proprietario interessato dalla scadenza del vincolo, comunicando l'avvio del procedimento di ridisciplina urbanistica del terreno, e a concludere il relativo procedimento entro il termine perentorio di un anno dalla diffida, a prescindere dall'adozione di atti di pianificazione generale. Il mancato rispetto di tali termini e adempimenti configura un'ipotesi di silenzio-rifiuto impugnabile in sede giurisdizionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER L'ABRUZZO
SEZIONE PRIMA
HA PRONUNCIATO LA PRESENTE
SENTENZA
Sul ricorso numero di registro generale 276 del 2010, proposto da:
Cl.Se., Ma.Pa.Se., rappresentati e difesi dall'avv. Fr.Ca., con domicilio eletto presso Fr.Ca. in L'Aquila;
contro
Comune di L'Aquila Sindaco, rappresentato e difeso dagli avv. Do. ((omissis))., An.Or., domiciliata per legge in L'Aquila;
per l'annullamento
del silenzio rifiuto che si è formato a seguito della notificazione dell’atto di diffida stragiudiziale con cui i sigg.ri Se. hanno chiesto al comune dell’Aquila di avviare le procedure e di adottare i provvedimenti atti a normare urbanisticamente terreni di loro proprietà, dato che erano venuti meno – a seguito di decorso del termine quinquennale di cui all’art. 2 legge 1187/1968 - i vincoli espropriativi che precedentemente gravavano su di essi;
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