Il termine annuale per l'impugnazione del silenzio-inadempimento della pubblica amministrazione, previsto dagli artt. 117 e 31 del Codice del processo amministrativo, ha natura decadenziale. Pertanto, decorso tale termine senza che l'interessato abbia proposto il relativo ricorso, egli non può più agire in giudizio per ottenere l'accertamento del silenzio e la condanna dell'amministrazione a provvedere, ma deve piuttosto riproporre una nuova istanza, dando così avvio a un nuovo procedimento amministrativo. Il mero sollecito o diffida all'amministrazione, successivi alla scadenza del termine annuale, non sono idonei a riaprire i termini per l'impugnazione del silenzio, essendo necessario l'avvio di un nuovo procedimento. Inoltre, anche qualora il sollecito fosse considerato astrattamente idoneo a riaprire i termini, il ricorso sarebbe comunque inammissibile per carenza di interesse, laddove l'amministrazione abbia già fornito un riscontro negativo a tale sollecito. In tali ipotesi, il ricorso avverso il silenzio-inadempimento deve essere dichiarato inammissibile, con compensazione delle spese processuali tra le parti, in ragione delle circostanze del caso.