Il potere di pianificazione urbanistica conferito all'amministrazione comunale consente di adottare scelte discrezionali in ordine all'organizzazione e allo sviluppo del territorio, anche attraverso l'imposizione di obblighi di cessione di aree a favore del Comune e la previsione di specifiche destinazioni d'uso, purché tali scelte siano sorrette da adeguata istruttoria e motivazione, non risultino manifestamente irragionevoli o sproporzionate rispetto agli interessi pubblici perseguiti e non determinino una lesione sproporzionata del diritto di proprietà privata. In particolare, la previsione di una cessione obbligatoria di una quota di superficie (fino al 40% della superficie totale) per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e di edilizia sociale, nonché l'imposizione di una ripartizione percentuale della superficie edificabile tra destinazioni turistico-alberghiere e residenziali, rientrano nell'ampia discrezionalità riconosciuta all'amministrazione comunale in sede di pianificazione urbanistica generale, senza configurare un'indebita ablazione del diritto di proprietà, purché siano adeguatamente motivate e non risultino manifestamente irragionevoli o sproporzionate rispetto agli interessi pubblici perseguiti.