Consiglio di Stato sentenza n. 3446 del 2015

ECLI:IT:CDS:2015:3446SENT

Massima

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L'area sottostante i portici di Piazza Augusto Imperatore in Roma, pur essendo di proprietà privata, è soggetta a servitù di pubblico passaggio per dicatio ad patriam, in quanto il proprietario, con il suo comportamento di messa volontaria e continuativa del bene a disposizione della collettività, ne ha determinato l'assoggettamento all'uso pubblico, senza che occorra un congruo periodo di tempo o un atto negoziale od ablatorio. Tale servitù di pubblico passaggio comporta l'obbligo del titolare del bene di consentire il libero transito dei cittadini e di adeguare l'area alle norme in materia di pubblica sicurezza e sorvegliabilità, senza che possa essere richiesta una concessione di occupazione di suolo pubblico e il pagamento del relativo canone, in quanto l'area, pur essendo privata, è assoggettata a regole analoghe a quelle di un bene demaniale per effetto della dicatio ad patriam. L'esistenza di un contratto di locazione tra il proprietario e il titolare dell'attività commerciale insistente sull'area, il pagamento di un canone e la circostanza che l'area non interessi il marciapiede demaniale non sono sufficienti a dimostrare l'inesistenza della servitù di pubblico passaggio, in assenza di atti o comportamenti del proprietario volti a impedire concretamente l'accesso e il transito del pubblico.

Sentenza completa

N. 09531/2014
REG.RIC.

N. 03446/2015REG.PROV.COLL.

N. 09531/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9531 del 2014, proposto da:
Roma Capitale, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentata e difesa dagli avvocati Rosalda Rocchi e ((omissis)), con domicilio eletto in Roma, Via del Tempio di Giove n. 21;

contro

Linee s.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio del primo, in Roma, ((omissis)), n. 26;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. Lazio – Roma, Sezione II Ter, n. 10183/2014, resa tra le parti;

Visto il ricorso in appello con i relativi allegati;

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