Il possesso di un bene immobile da parte della pubblica amministrazione, iniziato a seguito di una procedura espropriativa, non può dar luogo all'usucapione a favore del demanio statale qualora il proprietario abbia tempestivamente rivendicato la propria titolarità e richiesto l'adozione del provvedimento di acquisizione sanante ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001. Tali richieste, infatti, interrompono il decorso del termine ventennale necessario per il compimento dell'usucapione, in quanto manifestano inequivocabilmente la volontà del proprietario di non voler abbandonare il proprio diritto di proprietà. Pertanto, in presenza di tali richieste, l'amministrazione non può opporre l'intervenuta usucapione per sottrarsi all'obbligo di provvedere sull'istanza di acquisizione sanante, dovendo invece valutare la fondatezza della pretesa restitutoria o risarcitoria del proprietario. L'accertamento dell'eventuale usucapione rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo, chiamato a pronunciarsi incidenter tantum sulla questione nell'ambito del giudizio sulla legittimità degli atti del procedimento espropriativo.