Il contratto di appalto, quale negozio giuridico finalizzato alla realizzazione di un'opera o di un servizio, è caratterizzato dalla presenza di obbligazioni reciproche tra le parti, in cui l'appaltatore si impegna ad eseguire l'opera o il servizio commissionato dal committente, dietro corrispettivo. Tale contratto presuppone la sussistenza di un accordo tra le parti, la cui validità è subordinata al rispetto dei requisiti essenziali previsti dalla legge, tra cui la determinazione dell'oggetto, la causa lecita e la capacità dei contraenti. L'inadempimento degli obblighi contrattuali da parte dell'appaltatore, come il mancato o inesatto adempimento dell'opera o del servizio, legittima il committente a richiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno, fermo restando il principio di buona fede e correttezza che deve informare l'esecuzione del rapporto contrattuale. Tuttavia, la rinuncia al ricorso da parte del committente, come nel caso di specie, determina l'estinzione del giudizio di legittimità, senza che vi sia la necessità di pronunciarsi sul merito della controversia.