Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12499 del 20 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:12499PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene, disposto ai sensi del D.L. n. 306 del 1992, art. 12-sexies, presuppone la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato in ordine al reato contestato, nonché l'accertamento del periculum in mora, rappresentato dalla presunzione di illecita provenienza del bene, in assenza di elementi concreti addotti dall'indagato per dimostrare la legittima provenienza dello stesso e la sua adeguatezza rispetto ai redditi dichiarati. Ai fini dell'impugnazione del provvedimento di sequestro preventivo, l'indagato deve far valere un suo specifico interesse alla cessazione del vincolo, derivante da eventuali rapporti giuridici con i titolari del bene, non essendo sufficiente la mera contestazione della intestazione fittizia dello stesso ai familiari. Il mancato riscontro di tale interesse determina l'inammissibilità del ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LA. FE. Fi. , n. a (OMESSO);

avverso la ordinanza in data 27 luglio 2007 del Tribunale di Milano;

Visti gli atti, la ordinanza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con la ordinanza in epigrafe, il Tribunale di …

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