Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18730 del 26 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18730PEN

Massima

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La reciprocità delle ingiurie, quale causa di non punibilità, opera anche nel caso in cui il primo a offendere sia stato l'imputato, essendo sufficiente che entrambi i soggetti si siano ingiuriati a vicenda, a prescindere dalla priorità temporale dell'offesa. Infatti, considerandosi ciascuna ingiuria come pena dell'altra, il primo offensore, con l'ingiuria ricevuta, ha già subito una pena e ciò spiega la rinuncia dello Stato alla potestà punitiva. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza della scriminante della ritorsione, deve tenere conto non solo della reciprocità delle ingiurie, ma anche della circostanza che il primo a offendere sia stato l'imputato, senza che ciò escluda l'operatività della causa di non punibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1/2012 TRIBUNALE di PADOVA, del 17/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. MARCONE C..

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre personalmente avverso la s…

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