Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La commissione elettorale, nell'ambito delle elezioni per il rinnovo del consiglio dell'ordine degli avvocati, può ammettere con riserva le candidature e rinviare la valutazione definitiva circa l'eleggibilità dei candidati all'esito delle operazioni di voto, senza che ciò comporti una violazione delle norme che attribuiscono alla commissione il compito di verificare preventivamente i requisiti di eleggibilità. Infatti, l'art. 9, comma 3, della legge n. 113 del 2017 attribuisce espressamente alla commissione elettorale la verifica delle condizioni di eleggibilità, senza prevedere termini o decadenze perentorie per l'esercizio di tale controllo, il quale può quindi essere legittimamente svolto anche in un momento successivo all'ammissione delle candidature, purché prima della proclamazione degli eletti. Tale interpretazione consente di contemperare le esigenze di celerità e speditezza delle operazioni elettorali con la necessità di assicurare il rispetto dei requisiti di eleggibilità previsti dalla legge, evitando che candidati ineleggibili possano essere erroneamente proclamati eletti. Pertanto, la commissione elettorale, pur avendo ammesso con riserva le candidature, può successivamente, all'esito delle operazioni di voto, valutare definitivamente l'eleggibilità dei candidati e, ove ne ricorrano i presupposti, dichiararne l'ineleggibilità, senza che ciò integri una violazione del principio del giusto procedimento di cui all'art. 21-septies della legge n. 241 del 1990. Tale soluzione interpretativa, inoltre, risulta coerente con la ratio della disciplina elettorale dettata dalla legge n. 113 del 2017, volta a garantire la legittimità e la regolarità del procedimento elettorale e a prevenire il rischio di elezioni di soggetti privi dei requisiti di eleggibilità.