Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45186 del 6 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:45186PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La ricusazione del giudice è un istituto di carattere eccezionale e tassativo, che determina una deroga al principio costituzionale del giudice naturale. Pertanto, le norme che prevedono le cause di ricusazione devono essere interpretate in modo rigoroso e restrittivo. La mera connessione probatoria tra due procedimenti penali, che non comporti una valutazione di merito svolta dallo stesso giudice sul medesimo fatto e nei confronti di identico soggetto, non integra una causa di incompatibilità ai sensi dell'art. 34 c.p.p., comma 2-bis. Analogamente, il fatto che il giudice abbia "conosciuto" identici elementi di prova nell'ambito di altro procedimento a carico di differenti soggetti non determina di per sé un'ipotesi di incompatibilità, non essendo sufficiente la mera conoscenza ed utilizzazione di identici elementi probatori in contesti processuali distinti. Inoltre, l'incompatibilità prevista dall'art. 37 c.p.p., comma 1, lett. b) presuppone che il giudice abbia manifestato un convincimento di merito sui fatti oggetto dell'imputazione, il che non può desumersi dalla sola motivazione di un provvedimento cautelare reale adottato nell'ambito di un procedimento diverso e nei confronti di un soggetto differente. In definitiva, le cause di incompatibilità, astensione e ricusazione, in quanto deroghe al principio del giudice naturale sancito dall'art. 25 Cost., sono tassative e non suscettibili di interpretazione analogica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza della Corte d'appello di Palermo del 02/04/2019;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CESQUI Elisabetta, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello d…

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