Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19497 del 4 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:19497PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, pur essendo abilitato all'accesso, acceda o si mantenga in un sistema informatico o telematico protetto per ragioni estranee a quelle per le quali gli è attribuita la facoltà di accesso, viola l'articolo 615-ter c.p., comma 2, n. 1, indipendentemente dal fatto che non abbia violato le prescrizioni formali impartite dal titolare del sistema per delimitarne l'accesso. Il dolo generico di tale condotta può essere desunto dalla qualifica rivestita dall'agente e dalla consapevolezza della riservatezza delle informazioni acquisite. L'estraneo alla Pubblica Amministrazione concorre nel delitto di rivelazione di segreti d'ufficio ex articolo 326 c.p. non solo quando riceve la notizia riservata, ma anche quando istiga o induce il pubblico ufficiale a rivelarla o quando divulga il contenuto di informative di reato redatte da un ufficiale di polizia giudiziaria. Ai fini della valutazione della particolare tenuità del fatto ex articolo 323-bis c.p., il giudice deve considerare non solo l'entità del danno economico o del lucro conseguito, ma ogni caratteristica della condotta, dell'atteggiamento soggettivo dell'agente e dell'evento da questi determinato, tenendo conto dell'abitualità e sistematicità della condotta illecita. Il riconoscimento delle attenuanti generiche e la loro comparazione con le aggravanti è un giudizio di fatto rimesso alla discrezionalità del giudice, che deve motivare nei soli limiti atti a far emergere in misura sufficiente la sua valutazione circa l'adeguamento della pena concreta alla gravità effettiva del reato e alla personalità del reo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/02/2016 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO COSTANZO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. DE MASELLIS MARIELLA, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
L'avv. (OMISSIS) che insiste per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza n. 1711/2016, la Corte di appell…

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