Il sequestro e la confisca di somme di denaro ritenute di provenienza illecita sono legittimi quando, sulla base di una motivazione adeguata, risulti una evidente sproporzione tra il reddito lecito dichiarato dall'imputato e l'entità del denaro rinvenuto, senza che l'imputato abbia fornito una plausibile giustificazione circa la legittima provenienza di tale somma, anche in assenza di una prova diretta della sua origine delittuosa. La regolarità della notifica al difensore, ai sensi dell'art. 161, comma 4, c.p.p., non è inficiata dalla circostanza che essa sia stata effettuata prima, anziché dopo, il tentativo di notifica all'imputato presso il domicilio dichiarato, qualora risulti provata l'inidoneità di tale domicilio. In tali casi, la motivazione della decisione giudiziale è immune da vizi logico-giuridici, anche in relazione alla mancata revoca parziale del provvedimento ablativo, ove tale richiesta non sia stata avanzata dall'imputato nel corso del giudizio.