Il superamento notevole dei limiti di legge in materia di cariche microbiche in alimenti destinati al consumo umano, tale da escludere la mera ipotesi contravvenzionale e configurare il reato di commercio di sostanze alimentari nocive, integra il requisito del concreto pericolo per la salute pubblica, senza che sia necessario l'accertamento di un effettivo danno o di intossicazioni alimentari, essendo sufficiente la capacità degli agenti patogeni presenti in quantità massiccia di arrecare disturbi agli assuntori e, quindi, di compromettere il benessere fisiologico dei consumatori, rientrante nel concetto di "salute" tutelato dalla norma incriminatrice. Pertanto, la sussistenza del reato non richiede ulteriori indagini tecniche oltre a quelle già svolte, qualora i risultati degli accertamenti effettuati, non contestati, dimostrino la presenza di colonie batteriche in misura pari a circa il triplo della quantità massima tollerata dalla legge, in quanto tali dati sono sufficienti, secondo la comune esperienza, a desumere la concreta pericolosità degli alimenti per la salute pubblica.