Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20248 del 28 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:20248PEN

Massima

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Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente può essere disposto nei confronti di beni direttamente riconducibili all'indagato, in presenza di gravi indizi di reato, anche quando si tratti di beni formalmente intestati a terzi ma nella effettiva disponibilità dell'indagato. Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del tribunale del riesame che conferma il sequestro è ammissibile solo per violazione di legge, ivi compresa la motivazione apparente o inesistente, senza possibilità di censurare il merito della valutazione compiuta dal giudice di merito. L'indagato non titolare dei beni oggetto di sequestro non ha legittimazione attiva a proporre richiesta di riesame, in assenza di un interesse concreto ed attuale alla restituzione dei beni. La genericità e la mancanza di specificità dei motivi di ricorso, che si limitino a riproporre questioni già esaminate e risolte dal giudice di merito, comportano l'inammissibilità del ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. GRILLO Renato - rel. Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
contro:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 01/12/2015 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GRILLO RENATO;
lette le conclusioni del P.G.: inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1.1 Con ordinanza dell'1 dicembre 2015 il Tribunale di Roma - sezione per il Riesame confermava il decreto di sequestro preventivo adottato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di V…

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