Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il rilascio di un permesso di costruire non preclude all'amministrazione comunale di adottare successivamente, ai sensi dell'art. 19, comma 3, della legge n. 241 del 1990, un provvedimento di divieto di prosecuzione dei lavori, qualora emergano elementi che mettano in dubbio la legittimità del titolo edilizio originariamente rilasciato. Tuttavia, tale provvedimento di sospensione non può essere adottato in modo indefinito, ma deve indicare espressamente il termine della sospensione, entro il quale l'amministrazione è tenuta a verificare la conformità delle opere realizzate con la normativa urbanistica ed edilizia, ai sensi dell'art. 27, comma 3, del D.P.R. n. 380 del 2001. Inoltre, l'amministrazione, prima di adottare il provvedimento di sospensione, deve svolgere un'adeguata istruttoria, acquisendo gli elementi necessari per accertare la fondatezza delle contestazioni mosse nei confronti del titolo edilizio rilasciato, senza poter recepire acriticamente le affermazioni di terzi interessati. Qualora l'amministrazione accerti la presenza di lievi difformità sanabili, può disporre la regolarizzazione delle stesse mediante presentazione di una SCIA, ai sensi dell'art. 22, comma 2-bis, del D.P.R. n. 380 del 2001, senza dover procedere alla sospensione dei lavori.