Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2850 del 21 gennaio 2003

ECLI:IT:CASS:2003:2850PEN

Massima

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Il giudice non può disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero senza rilevare o dichiarare alcuna invalidità dell'esercizio dell'azione penale, in quanto tale provvedimento risulta abnorme e determina un'arbitraria regressione del procedimento nella fase delle indagini preliminari, sottraendosi così all'obbligo di decidere. Tuttavia, il giudice può legittimamente disporre il rinvio dell'udienza a causa di intempestiva trasmissione dei fascicoli, in quanto tale provvedimento si risolve in un mero differimento del processo per ragioni organizzative e non incide sulla validità dell'esercizio dell'azione penale. Il giudice, pertanto, è tenuto a pronunciarsi sul merito della causa, senza poter rimettere gli atti al pubblico ministero, salvo i casi di invalidità dell'esercizio dell'azione penale espressamente previsti dalla legge.

Sentenza completa

MOTIVI DI RICORSO E RAGIONI DELLA DECISIONE
Con ordinanza 18.12.01 il Giudice di Crotone nel procedimento in epigrafe indicato -rilevato che per l'udienza fissata alle ore 9,00 di tale data erano pervenuti, in violazione dell'art. 553 c.p.p., esattamente alla suddetta ora ben 97 fascicoli per cui non era possibile, stante i previ adempimenti che si imponevano (prendere in carico i fascicoli, estrarne le copie ed affiggerle in bacheca) iniziare l'udienza in tempo utile- disponeva che non si facesse luogo all'udienza e che la cancelleria provvedesse alla restituzione degli atti al P.M. perché procedesse a norma di legge.
Avverso il riportato provvedimento ha proposto ricorso per cassazione il Procuratore della Repubblica deducendone l'abnormità.
La Corte osserva.
Il ricorso è fondato nella parte relativa all'ordine di restituzione degli atti al P.M.
Invero deve ritenersi abnorme perché del tutto estraneo al nostro sistema penale il provved…

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