Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24910 del 8 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:24910PEN

Massima

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Il termine di trenta giorni per proporre l'istanza di rescissione del giudicato decorre dalla data in cui il condannato ha avuto effettiva conoscenza del procedimento a suo carico, anche se tale conoscenza è stata acquisita in sede esecutiva. L'inottemperanza del termine, dovuta a difficoltà del detenuto nell'esprimere correttamente il contenuto della propria istanza, non può essere sanata in ragione del carattere perentorio del termine previsto dalla legge per l'esercizio di tale rimedio straordinario. Pertanto, l'istanza di rescissione del giudicato proposta oltre il termine di trenta giorni dalla conoscenza del procedimento deve essere dichiarata inammissibile, fermo restando che, in considerazione della particolare situazione del detenuto, non si ritiene dovuto il versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluig - Presidente

Dott. VIGNA M.Sabina - Consigliere

Dott. DI NICOLA TRAV.P. - rel. Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 31 marzo 2022 della Corte di appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dalla ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata la Corte di appello di Brescia ha rigettato, per t…

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