Il reato di sfruttamento della prostituzione di cui alla Legge n. 75 del 1958, articoli 3 nn. 3 e 8 e 4 n. 7, si configura anche in assenza di violenza o minaccia, essendo sufficiente che l'agente si appropri in tutto o in parte dei proventi economici del meretricio, indipendentemente dal consenso della persona prostituita. La corresponsabilità penale del concorrente può sussistere anche qualora questi non percepisca un diretto vantaggio economico, ma svolga un ruolo di fatto determinante nella gestione dell'attività di prostituzione, come nel caso di chi riceva i clienti, fornisca loro indicazioni sulle regole da seguire e incassi direttamente il denaro anche per le prestazioni sessuali. Il reato di sfruttamento della prostituzione non è ancora estinto per prescrizione, in quanto il periodo prescrizionale massimo, computate le interruzioni, è di quindici anni. La condizione di prostituta straniera non è di per sé sufficiente a rendere prevedibile la futura irreperibilità della persona, ai fini della lettura dibattimentale delle sue precedenti dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria, essendo necessario che l'impossibilità di ripetere tali dichiarazioni in dibattimento sia dovuta a fatti o circostanze imprevedibili.