La realizzazione e gestione di nuovi impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti, anche pericolosi, è soggetta ad un procedimento autorizzatorio regionale che prevede la convocazione di una conferenza di servizi istruttoria, la cui funzione è limitata all'acquisizione e valutazione di tutti gli elementi relativi alla compatibilità del progetto con le esigenze ambientali e territoriali. L'approvazione del progetto da parte della Regione, che costituisce l'unico provvedimento finale, sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, ivi compresa, ove occorra, la variante allo strumento urbanistico. Pertanto, la mancata acquisizione di specifici titoli abilitativi o la destinazione urbanistica dell'area non possono di per sé costituire motivo ostativo all'approvazione del progetto, essendo tali profili rimessi alla valutazione discrezionale della Regione nell'ambito della conferenza di servizi, quale sede procedimentale deputata all'esame della compatibilità complessiva dell'impianto con il territorio di riferimento. Conseguentemente, il diniego di autorizzazione fondato esclusivamente sulla destinazione urbanistica dell'area o sulla mancata acquisizione di titoli presupposti, senza una concreta e approfondita valutazione della possibilità di ottenimento degli stessi in sede di conferenza, è illegittimo per violazione dell'art. 208 del d.lgs. n. 152/2006.