Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 6942 del 2012
ECLI:IT:TARLAZ:2012:6942SENT
Massima
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Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato non può fondarsi esclusivamente sull'automatismo preclusivo derivante da precedenti condanne penali, ma richiede una valutazione complessiva della posizione dell'interessato, tenendo conto della gravità dei reati commessi, della condotta successiva e di ogni altro elemento rilevante ai fini della valutazione della pericolosità sociale, nel rispetto del principio di proporzionalità e del diritto di difesa dell'istante.
La PA, prima di adottare un provvedimento di diniego, è tenuta a comunicare all'interessato i motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, al fine di consentirgli di presentare osservazioni e produrre elementi a proprio favore, in applicazione del principio del contraddittorio procedimentale di cui all'art. 10-bis della legge n. 241/1990.
Inoltre, il divieto di retroattività delle norme penali non trova applicazione nel caso di diniego di rinnovo del permesso di soggiorno, in quanto tale effetto preclusivo non costituisce una sanzione accessoria della condanna, ma un requisito negativo per il rilascio di un titolo autorizzatorio di durata limitata, la cui sussistenza deve essere valutata dalla PA alla luce del principio dell'attualità dell'interesse pubblico perseguito e della disciplina vigente al momento dell'adozione del provvedimento.
Tuttavia, qualora l'Amministrazione abbia più volte rinnovato il permesso di soggiorno senza contestare all'interessato l'esistenza di precedenti penali ostativi, non può poi attribuire automatica valenza preclusiva a tali reati per il successivo rinnovo, ma deve effettuare una valutazione complessiva della posizione dell'istante, tenendo conto della gravità dei fatti, della condotta successiva e di ogni altro elemento rilevante ai sensi dell'art. 5, comma 5, del d.lgs. n. 286/1998.
In definitiva, il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato deve essere adeguatamente motivato, nel rispetto del principio di proporzionalità e del diritto di difesa dell'interessato, attraverso una valutazione globale della sua posizione, senza applicare in modo automatico l'effetto preclusivo derivante da precedenti condanne penali.
Sentenza completa
REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO SEZIONE SECONDA QUATER ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2930 del 2011, proposto da: Yo.Li., rappresentato e difeso dall'avv. Ro.Sa., con domicilio eletto presso Ro.Sa. in Roma; contro Ministero dell'Interno, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Dello Stato, domiciliata per legge in Roma; Questura di Roma; per l'annullamento RIGETTO ISTANZA DI RILASCIO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO PER LAVORO SUBORDINATO CON CONSEGUENTE ESPULSIONE DAL TERRITORIO NAZIONALE Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Interno; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 24 novembre 2011 il dott. ((omissis)) e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale…
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