Il condono edilizio di cui all'art. 32 del D.L. n. 269/2003, convertito in L. n. 326/2003, è ammissibile solo per le opere abusive realizzate su immobili non soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi ambientali e paesaggistici, qualora tali vincoli siano stati istituiti prima dell'esecuzione delle opere, in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. Pertanto, le opere abusive realizzate su immobili soggetti a vincolo paesaggistico, come nel caso di specie, non sono suscettibili di sanatoria, a prescindere dall'acquisizione del parere dell'autorità preposta alla tutela del vincolo, in quanto la norma pone una preclusione diretta ed immediata alla condonabilità. Inoltre, ai fini della condonabilità, è necessario che le opere abusive rientrino nelle tipologie di illecito di minore rilevanza (nn. 4, 5 e 6 dell'allegato 1 del D.L. n. 269/2003), senza aumento di superficie, condizione che non ricorre nel caso di nuova costruzione. Infine, l'ordine di demolizione di un immobile abusivo, finalizzato a ristabilire l'ordine giuridico violato, non viola il diritto fondamentale all'abitazione, in quanto tale diritto non può prevalere in modo assoluto sull'interesse pubblico al ripristino della legalità urbanistica.