Il mancato rispetto del termine perentorio per la trasmissione degli atti al tribunale nel procedimento di riesame di misure cautelari reali non comporta l'inefficacia sopravvenuta della misura impugnata, né la nullità del procedimento di riesame e del provvedimento conclusivo. Ciò in quanto il rinvio operato dall'art. 324 c.p.p., comma 7 all'art. 309 c.p.p., comma 10 deve intendersi riferito al testo di tale ultima norma anteriore alle modifiche introdotte dalla L. n. 332/1995, che non prevedeva sanzioni per la violazione dei termini. La mancata previsione di specifiche sanzioni processuali alternative per l'omissione o il ritardo nella trasmissione degli atti, a differenza di quanto stabilito per le misure coercitive personali, esclude che tale violazione possa comportare la nullità del procedimento di riesame e del provvedimento conclusivo ai sensi dell'art. 178 c.p.p. Pertanto, il mancato rispetto del termine perentorio per la trasmissione degli atti non determina l'inefficacia della misura cautelare reale impugnata, né l'invalidità del procedimento di riesame e del provvedimento conclusivo, essendo tale violazione priva di espressa previsione sanzionatoria da parte del legislatore.