La causa di ineleggibilità prevista dall'art. 47, comma 6, della legge n. 247 del 2012 opera a decorrere dal momento dell'assunzione dell'incarico di componente della commissione d'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione forense e perdura fino alla seconda tornata elettorale successiva alla cessazione di tale incarico. Tale previsione normativa, volta a garantire la trasparenza e l'imparzialità del procedimento elettorale, si applica indipendentemente dalla modalità di cessazione dell'incarico di commissario d'esame, sia esso determinato da dimissioni, revoca o scadenza naturale del mandato. L'elemento rilevante ai fini dell'integrazione della causa di ineleggibilità è l'aver ricoperto la carica di componente della commissione d'esame, a prescindere dalla permanenza in carica fino al termine delle prove orali. La ratio legis della disposizione è quella di evitare possibili condizionamenti o orientamenti del consenso elettorale da parte di coloro che hanno svolto funzioni di valutazione e selezione dei candidati all'esercizio della professione forense, assicurando così la parità di condizioni tra i partecipanti alla competizione elettorale per il rinnovo degli organi rappresentativi dell'Ordine professionale. Tale finalità giustifica l'ampiezza del periodo di ineleggibilità, che si estende dalla nomina alla seconda tornata elettorale successiva alla cessazione dell'incarico, in linea con il principio di ragionevolezza e proporzionalità delle limitazioni al diritto di elettorato passivo.