Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39699 del 23 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:39699PEN

Massima

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La legittima difesa non può essere invocata da chi, con il proprio comportamento, ha volontariamente determinato una situazione di pericolo, ponendosi in condizione di dover reagire a un'aggressione da lui stesso provocata. Perché la scriminante operi, è necessario che l'offesa subita sia attuale, ingiusta e non derivante da una condotta provocatoria dell'agente, e che la reazione sia proporzionata all'offesa, senza eccedere i limiti della necessaria difesa. Pertanto, la legittima difesa non è configurabile quando l'imputato, con il suo atteggiamento insistente e prevaricatore nei confronti della vittima, abbia determinato una reazione di quest'ultima, che, pur essendo sproporzionata, sia stata provocata dal comportamento aggressivo dell'imputato stesso. In tali casi, la sproporzione della reazione non può essere giustificata dalla concitazione del momento, essendo l'imputato il primo responsabile dell'insorgere della situazione di pericolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 4983/2014 CORTE APPELLO di MILANO, del 09/04/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/10/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Milano em…

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