Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42659 del 22 novembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:42659PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando le condotte moleste e invasive della sfera personale della vittima, anche se non accompagnate da minacce esplicite, producono un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tale da alterare in modo significativo le abitudini di vita della persona offesa e da compromettere la sua capacità di autodeterminarsi. A tal fine, non è necessario l'accertamento di uno stato patologico, essendo sufficiente che gli atti ritenuti persecutori abbiano un effetto destabilizzante della serenità e dell'equilibrio psicologico della vittima. Le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute credibili e attendibili, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza la necessità di riscontri esterni, fermo restando che il vaglio della loro attendibilità deve essere più penetrante e rigoroso rispetto a quello applicato alle testimonianze. Il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, pur essendo discrezionale, non è automatico e necessita di una specifica motivazione che indichi gli elementi positivi che giustificano la mitigazione del trattamento sanzionatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta Mari - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/10/2019 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE DE MARZO;
il Pubblico Ministero in persona del Dott. LOCATELLI Giuseppe, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 30/10/2019 la Corte d'appello di Bari, nel confermare la decisione di primo grado, che aveva r…

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