Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24315 del 25 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24315PEN

Massima

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La circostanza attenuante speciale del fatto di lieve entità di cui all'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990 (Testo Unico sugli stupefacenti) può essere riconosciuta solo in presenza di una minima offensività penale della condotta, da valutarsi non solo in base al dato quantitativo e qualitativo della sostanza stupefacente, ma anche in relazione agli altri parametri indicati dalla norma, quali i mezzi, le modalità e le circostanze dell'azione. Il giudice di merito, nel negare tale attenuante, non può limitarsi a considerazioni generiche sulla destinazione dello stupefacente allo spaccio o sulla limitata diffusione territoriale, ma deve effettuare una puntuale analisi di tutti gli elementi indicati dalla disposizione, al fine di accertare se la condotta concreta integri o meno i requisiti di minima offensività richiesti per l'applicazione della circostanza attenuante. Solo all'esito di tale valutazione complessiva, il giudice potrà legittimamente escludere o riconoscere la sussistenza della circostanza attenuante speciale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

IM. Vi. ;

avverso sentenza della Corte di Appello di Napoli resa in data 22 ottobre 2009;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis)) Fazio;

udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del sostituto Dr. ((omissis)) che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita'.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con la sentenza impugnata, la Corte di Appello di Napoli, in parziale ri…

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