La pubblica amministrazione può procedere alla revoca di procedure concorsuali quando, per sopravvenute nuove esigenze organizzative o per il mutamento della situazione di fatto o di diritto, e quindi per sopravvenute ragioni di interesse pubblico, non si renda più necessaria la copertura del posto messo a concorso. In tali ipotesi, il partecipante alla procedura selettiva è titolare di una semplice aspettativa alla conclusione del procedimento, ancorché particolarmente qualificata in ragione dei favorevoli esiti delle prove concorsuali, la quale può essere legittimamente disattesa dalla pubblica amministrazione qualora questa fornisca una puntuale esternazione delle ragioni sottese alla determinazione di ritiro, come nel caso di sopravvenuta insostenibilità finanziaria della nuova assunzione. La revoca della procedura concorsuale, in presenza di tali presupposti, non determina alcuna responsabilità risarcitoria a carico dell'amministrazione, non potendosi configurare un legittimo affidamento del partecipante all'esito positivo della selezione prima dell'approvazione della graduatoria definitiva.