Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21014 del 19 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:21014PEN

Massima

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Il carattere offensivo di espressioni verbali, ai fini della configurabilità dei reati di ingiuria e minaccia, deve essere valutato in concreto, tenendo conto del contesto in cui sono state pronunciate, del rapporto tra le parti, della loro sensibilità e percezione soggettiva, nonché dell'eventuale intento di ledere l'altrui reputazione o di incutere timore. Tuttavia, l'accertamento della sussistenza di tali reati richiede la prova certa e univoca dei fatti, senza potersi basare su versioni contrastanti della persona offesa e dell'imputato in assenza di altri elementi di riscontro. Inoltre, il giudice è tenuto a comminare una pena proporzionata alla gravità del fatto, nel rispetto dei limiti edittali previsti dalla legge, senza poter applicare istituti di aggravamento non consentiti. Infine, l'inammissibilità del ricorso non preclude il riconoscimento dell'estinzione del reato per intervenuta depenalizzazione o prescrizione, ove ne ricorrano i presupposti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. MORELLI Francesc - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/10/2013 del GIUDICE DI PACE di PIOVE DI SACCO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 21/04/2016, la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GIULIO ROMANO che ha concluso per l'annullamento senza rinvio quanto ai reati di cui all'articolo 594 c.p. l'annullamento con rinvio per la rideterminazione della pena quanto al …

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