Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15602 del 15 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:15602PEN

Massima

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Il reato continuato richiede, oltre all'omogeneità e alla prossimità temporale delle violazioni, l'accertamento di un unico disegno criminoso, inteso come unitario programma e deliberazione nelle linee essenziali di una serie di reati diretti alla realizzazione di uno stesso preciso scopo. In mancanza di concreti elementi realmente significativi in tal senso, si è in presenza di mere manifestazioni della tendenza del soggetto a infrangere la legge penale quando se ne presenti l'occasione, senza che possa configurarsi il vincolo della continuazione. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato continuato, deve quindi verificare non solo gli aspetti formali della connessione tra i reati, ma anche l'effettiva unitarietà del disegno criminoso, desumibile da elementi fattuali e probatori che dimostrino la preordinazione e la finalizzazione unitaria della condotta delittuosa, a prescindere dalla mera omogeneità e prossimità temporale delle singole violazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. RA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 05/02/2007 TRIBUNALE di COMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. GIORDANO UMBERTO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. Ciampoli che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza in data 5/2/07 il Tribunale monocratico di Como, deliberando in funzione di giudice dell'esecuzione, ha respinto la richiesta di applicazione della discip…

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