Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13073 del 27 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13073PEN

Massima

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La dichiarazione di illegittimità costituzionale di una norma penale incidente sulla commisurazione della pena, sopravvenuta prima che la sanzione sia stata interamente espiata, comporta l'obbligo per il giudice dell'esecuzione di rideterminare la pena inflitta, non solo in relazione al reato più grave, ma anche per i reati-satellite riconosciuti in continuazione, applicando la più favorevole disciplina risultante dalla pronuncia della Corte costituzionale. Nell'effettuare tale rideterminazione, il giudice dell'esecuzione non è vincolato a criteri matematico-proporzionali, ma deve procedere a una nuova commisurazione della pena alla stregua dei parametri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., valutando il fatto così come accertato in sede di cognizione, senza necessariamente adeguarsi ai termini espressi dal giudice della cognizione in rapporto alla scelta tra minimo e massimo della pena edittale. Ciò al fine di assicurare il rispetto del principio di personalità della responsabilità penale e di proporzionalità della sanzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/07/2019 del GIP TRIBUNALE di TORINO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. DANIELE CAPPUCCIO;
lette le conclusioni del PG, il quale ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata limitatamente alla determinazione della pena da applicarsi a titolo di continuazione.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 18 luglio 2019 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, quale giudice dell'…

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