L'occupazione di un fondo privato da parte della pubblica amministrazione per la realizzazione di un'opera pubblica, in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità, non determina il trasferimento della proprietà in capo all'ente pubblico. In tal caso, l'amministrazione ha l'obbligo giuridico di far venir meno l'occupazione sine titulo e di restituire l'immobile al legittimo proprietario, previa demolizione di quanto realizzato, salvo che non disponga l'acquisizione del bene al proprio patrimonio indisponibile, previo pagamento di un indennizzo pari al valore venale del bene aumentato del 10% a titolo di ristoro del pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale, nonché di un'ulteriore somma pari al 5% del valore dell'immobile per ogni anno successivo alla scadenza dell'occupazione legittima a titolo di occupazione sine titulo. Il giudice amministrativo, accertata l'assenza di un valido titolo espropriativo, può condannare l'amministrazione all'obbligo generico di provvedere entro un termine perentorio, senza poter ordinare la restituzione del bene, in quanto ciò eliderebbe il potere sanante dell'amministrazione previsto dall'art. 42-bis del Testo Unico sugli Espropri.