Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14371 del 7 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:14371PEN

Massima

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Il reato associativo e i reati rientranti nel programma comune possono essere ritenuti in continuazione solo se questi ultimi siano stati concretamente determinati, sia pure genericamente, al momento della costituzione del vincolo associativo e in ragione di esso. Pertanto, non è possibile riconoscere il regime della continuazione per reati commessi in ambito associativo ma derivanti da insorgenze imprevedibili, come tradimenti o faide, in quanto tali condotte non possono ritenersi ricomprese nel programma criminoso originario. Diversamente, può essere ammessa la continuazione per reati strumentali alle finalità associative, come la tentata estorsione, laddove risulti accertato che tali condotte fossero tra le ragioni sociali del sodalizio. Allo stesso modo, il traffico di droga in forma associata, in ragione della preesistenza dei clan a simili intraprese, non può essere automaticamente ritenuto in continuazione con il reato associativo, salvo la presenza di elementi contrari che ne dimostrino il collegamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

1) CA. SA., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/05/2007 CORTE APPELLO di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROMBOLA' MARCELLO; lette le conclusioni del P.G. Dott. CIAMPOLI Luigi, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 10/5/07 la Corte di Appello di Napoli, giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza ex articolo 671 …

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