Il diniego dell'emersione dal lavoro irregolare è legittimo qualora il richiedente non riesca a dimostrare in modo convincente la propria presenza in Italia alla data indicata, anche attraverso l'esibizione di elementi probatori idonei, come la busta postale recante il timbro di spedizione. Spetta all'Amministrazione competente svolgere gli opportuni accertamenti, anche mediante verifiche incrociate con il presunto datore di lavoro, al fine di accertare la veridicità delle circostanze addotte a sostegno della domanda. In assenza di prova sufficiente dell'effettiva presenza del richiedente in Italia nel periodo rilevante, il diniego dell'emersione dal lavoro irregolare risulta legittimo e conforme al principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, non potendosi riconoscere un diritto soggettivo all'emersione in capo all'interessato. L'onere della prova grava sul richiedente, il quale deve fornire elementi di riscontro oggettivi e attendibili circa la propria posizione lavorativa irregolare, non essendo sufficiente la mera allegazione di circostanze non adeguatamente comprovate. L'Amministrazione, pertanto, non è tenuta ad accogliere la domanda di emersione in assenza di una dimostrazione convincente dei presupposti di fatto e di diritto richiesti dalla normativa di riferimento.