Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25772 del 5 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:25772PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, in relazione alla situazione contingente, è potenzialmente idonea ad incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dall'effettiva intimidazione subita o dalla probabilità di realizzazione della minaccia. Pertanto, ai fini dell'integrazione del delitto di minaccia, non è necessario che la prospettazione di un male ingiusto intimidisca effettivamente il soggetto passivo, essendo sufficiente che l'espressione utilizzata dall'agente sia astrattamente idonea a limitare la capacità di autodeterminazione della persona offesa. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, deve pertanto concentrarsi sull'idoneità della condotta a incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dalla concreta realizzabilità della minaccia o dall'effettivo timore provato dalla persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PESCARA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/11/2020 del GIUDICE DI PACE di PESCARA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BIANCHI MICHELE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore COCOMELLO ASSUNTA che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.
udito il difensore:

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